17 marzo

GiovanniDelloIacovo
2 min readMar 17, 2024

Dopo 163 anni di Italia unita, prevale la risultante di un insieme di forze che sta realizzando un’«opera di giustizia e riparazione» uguale e contraria all’impresa che in questi termini fu definita, il 17 marzo 1861, da Cavour nella sua lettera al ministro plenipotenziario che il Regno di Sardegna aveva a Londra, di stanza in un palazzo su una strada oggi chiamata proprio Sardinia Street.

«𝘐𝘭 𝘗𝘢𝘳𝘭𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘕𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘩𝘢 𝘢𝘱𝘱𝘦𝘯𝘢 𝘷𝘰𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘦 𝘪𝘭 𝘙𝘦 𝘩𝘢 𝘴𝘢𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘵𝘰 𝘭𝘢 𝘭𝘦𝘨𝘨𝘦 𝘪𝘯 𝘷𝘪𝘳𝘵𝘶̀ 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘦 𝘚𝘶𝘢 𝘔𝘢𝘦𝘴𝘵𝘢̀ 𝘝𝘪𝘵𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰 𝘌𝘮𝘢𝘯𝘶𝘦𝘭𝘦 𝘐𝘐 𝘢𝘴𝘴𝘶𝘮𝘦, 𝘱𝘦𝘳 𝘴𝘦́ 𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘪 𝘴𝘶𝘰𝘪 𝘴𝘶𝘤𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰𝘳𝘪, 𝘪𝘭 𝘵𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 𝘥𝘪 𝘙𝘦 𝘥’𝘐𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢. 𝘓𝘢 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘩𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘪̀ 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘢𝘤𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘭’𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘻𝘪𝘢 𝘦 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘱𝘢𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢 𝘳𝘦𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘪𝘵𝘰 𝘭’𝘐𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢 𝘢 𝘴𝘦 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘢».

In direzione opposta, si sta concludendo un processo che si può fare risalire al varo della Costituzione repubblicana antifascista e alla contemporanea nascita di un partito neofascista, dagli anni 1990 strutturalmente alleatosi con i movimenti regionalisti del Nord Italia federati nella Lega Nord e con gruppi e movimenti variamente motivati a porre in discussione i principi e i fondamenti dello Stato liberale e democratico, che individuarono in Silvio Berlusconi il capo carismatico.

Adesso, gli eredi dei neo-fascisti che parteciparono alla Repubblica di Salò stanno per realizzare la struttura iper presidenziale che avrebbe dovuto assumere la Repubblica Sociale Italiana («Sono organi supremi della Nazione: il Popolo e il Duce della Repubblica», recitava l’articolo 11 della bozza di costituzione della RSI).

Gli autonomisti della Lega Nord vogliono trattenere i soldi nel loro territorio e togliere potere allo Stato centrale, concretizzando l’antistatalismo e la rivolta fiscale delle origini.

Rappresentanti del ceto politico professionale, confidando di poter continuare a dominare pezzi del gioco politico, apparecchiano soluzioni funzionali al consolidamento di questa strategia, commissariando il Fondo di Sviluppo e Coesione, accentrando la gestione anche dei Fondi europei di sviluppo regionale e elaborando dispositivi tecnici fiscali in modo da resistere alla mobilitazione per referendum popolari abrogativi, che l’articolo 75 della Costituzione non ammette “per le leggi tributarie e di bilancio”.

I tasselli stanno andando ciascuno al suo posto e si stanno saldando in un impianto costituzionale che rischia il corto circuito.

--

--

GiovanniDelloIacovo

#Giornalista. Mi occupo di #comunicazione, #innovazione #digitale, #pianificazionestrategica e #sviluppolocale