GiovanniDelloIacovo
2 min readApr 28, 2021

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Tutti. Noi.

Solo circa 15 milioni di persone, su un miliardo e 300 milioni di africani, hanno ricevuto dosi di vaccino contro il #COVID19, circa l’1% della popolazione del continente. Lo ha detto Abdi Latif Dahir, corrispondente da Nairobi de The New York Times, in un’intervista con i colleghi Amelia Nierenberg and Jonathan Wolfe. A parte le Seychelles e il Marocco, nessun altro paese africano ha vaccinato più del 5% della sua popolazione. Il Kenya spera di vaccinare il 30% della sua popolazione entro il 2023, ma solo se riesce a trovare 130 milioni di dollari in mezzo a una devastante crisi del turismo e con il coprifuoco fissato alle otto di sera.

“Su un miliardo di vaccini somministrati in tutto il mondo, l’82% è stato somministrato in paesi ad alto e medio reddito”, scrivevano l’altro ieri Nierenberg e Wolfe nel “Coronavirus Briefing” che curano quotidianamente. “Solo lo 0,2% delle dosi è stato somministrato nei paesi a basso reddito, sacche di infezione che possono produrre varianti che mettono tutti noi in pericolo”.

Oggi pomeriggio ne parlavamo al telefono con Francesco Strippoli, giornalista del Corriere del Mezzogiorno, osservando come sia paradossale la quarantena informativa su un virus che è pandemico. In queste condizioni “di emergenza”, ogni strozzatura dei flussi di informazione determina una percezione della realtà, la conseguente formazione di un’opinione e infine un impulso politico.

Lateralmente, sono stato, perciò, contento di vedere affiorare, qui a Foggia, città anche oggi ferita da un episodio di violenza accaduto nei margini urbani abitati dagli immigrati, una preoccupazione mirata e centrata sull’Africa, in un dibattito “di partito”.

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GiovanniDelloIacovo

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