Un corsaro nel mondo globale

GiovanniDelloIacovo
3 min readOct 28, 2023

Chissà se anche l’immaginario di David Salomoni è stato plasmato dall’epica salgariana, malgrado l’anagrafe lo faccia presumere più esposto a personaggi manga e alla saga di Harry Potter.

Il titolo, “Francis Drake. Il corsaro che sfidò un impero”, e l’immagine (la stessa usata per un tascabile Einaudi de “L’Isola del Tesoro” di Robert Louis Stevenson) della copertina del libro che ha scritto per Laterza sono un richiamo irresistibile. E, dentro, si ritrova tutto il fascino di quei viaggi fatti muovendo il dito sull’Atlante di casa e cercando sul vocabolario. Solo che, adesso, si va più veloci googlando per scoprire quale tipo di bastimento sia una “caracca” e l’ammirazione per il protagonista si accende scoprendo su Google Maps quanto sia arrivato più vicino all’Antartide, molto più a sud dello Stretto di Magellano, per trovare il passaggio dall’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico.

Howard Pyle, Un attacco a un galeone

Capiamo con maggiore precisione la differenza tra corsari e pirati (e quindi, finalmente, anche tra Yanez de Gomera e Sandokan) perché Salomoni è uno storico preciso e puntiglioso, qualità che si colgono chiarissime dalle tante sfumature dell’intreccio, oltre che dal tipo di fonti che richiama nelle note in calce. Ma che lavoro straordinario deve aver fatto, leggendo diari di bordo, documenti marittimi e altri testi, prendendo migliaia di spunti e distillandone un racconto avvincente come un romanzo di Emilio Salgari.

Ritmo e scrittura visiva gonfiano le vele per tutte le circa 240 pagine (ma non fate l’errore di snobbare il viaggio nel viaggio delle quattro paginette finali dell’«Indice dei luoghi»), grazie a miniature come quella con cui Salomoni ritrae Santiago, isola principale dell’arcipelago di Capo Verde, «dove si potevano respirare tutti i profumi del mondo: vaniglia dal Messico, incenso dalla penisola arabica, pepe dall’India, cannella dal Ceylon, zenzero dalla Malesia, noce moscata e chiodi di garofano dalle Molucche».

Un modo vivo di restituire «un mondo ormai globale» attraverso la cultura e la visione dello storico, capace di dare profondità e carattere ai tanti personaggi anche attraverso immagini “sincretiche” dello sfondo storico: «Sullo sfondo troveremo l’Inghilterra di Shakespeare e della regina Elisabetta I, la Spagna di Miguel de Cervantes e dell’Inquisizione, l’Africa dei trafficanti di schiavi, l’America dei conquistadores e delle ultime vestigia degli imperi azteco, maya e inca», scrive in premessa.

Per poi chiarire che le gesta del corsaro maturavano in un’epoca dove le grandi navigazioni e l’avventura erano cuore e cervello, impeti impastati di «senso religioso e ragion di stato», e scienza, tecnica, cultura, cosmopolitismo.

«Un mondo di contraddizioni drammatiche e laceranti, in cui la vita umana valeva meno della reputazione di un uomo, e immense fortune si costruivano sul sangue di migliaia di schiavi rapiti dalla propria terra. Un mondo in cui si uccideva in nome di Dio, e in cui nuovi mondi potevano essere scoperti e conquistati grazie all’intraprendenza di pochi. Un mondo in cui si forgiavano i capolavori dell’arte e del pensiero, eterni monumenti del genio umano, ma si poteva finire bruciati per le proprie idee, o torturati per aver pronunciato una preghiera nella lingua sbagliata».

Due giudizi dolenti e appropriati anche per i nostri giorni, rivelano che lo studioso “sente” il continuum della storia, pur raccontandone in modo seducente uno dei punti di svolta:

«I moderni imperi globali, oltre che sul commercio di spezie e pregiate merci orientali, si sarebbero fondati sulla carne e sul sangue del continente africano»

«Forse era proprio la somiglianza tra ciò che avveniva nei nuovi e nei vecchi mondi a indurre il bisogno di innalzare steccati morali per sentirsi diversi».

Se Francis Drake “fece l’impresa” dopo e in mezzo a decine di sconfitte tragiche e brucianti, sfidando avversità epiche, subendo e domando tradimenti e spingendosi a esplorare l’ignoto, al treno che portava David Salomoni a Foggia per la presentazione alla Libreria Velasquez (insomma: era tutto apparecchiato per benino, compresa l’appendice di grog & rum al Lazy Cat) sono bastate alcune sterpaglie che hanno preso fuoco tra la stazione di Vasto-San Salvo e San Salvo marina, per farci perdere la possibilità di catturare qualche dettaglio della genesi avventurosa, dello sviluppo della scrittura del libro e della trasformazione di un autore che, fino a due anni fa, scriveva pressoché solo di Medioevo.

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GiovanniDelloIacovo

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